Paziente di sesso femminile di 23 anni, giunge in Pronto Soccorso per riscontro da circa 24 ore di tumefazione in regione inguino-crurale destra; riferisce alvo chiuso alle feci da circa 2 giorni, non episodi di vomito o febbre.
All’esame obiettivo si rileva tumefazione, al di sotto della linea di Malgaigne, di circa 3 cm per 4 cm, consistenza teso-elastica, dolente e dolorabile, non riducibile in addome, superficie liscia e ricoperta da cute integra. Ricoverata in Chirurgia d’Urgenza, viene richiesta ecografia per sospetta ernia crurale destra non riducibile.
L’esame ecografico evidenzia una tumefazione di circa 2 cm anecogena in assenza di contenuto intestinale, con porta ernairia di circa 4 mm.
Non segni ecografici di occlusione inetstinale nè di versamento peritoneale.
Il quadro ecografico è compatibile con ernia crurale.
La paziente è stata perciò sottoposta ad intervento chirurgico di ernioplastica crurale destra.
L’ernia crurale, o femorale, è un’ernia acquisita, più frequente nella donna per motivi di conformazione anatomica dati dalla maggior larghezza del bacino e maggior ampiezza della lacuna dei vasi femorali. Si manifesta di solito in età adulta, con comparsa di sintomatologia dolorosa durante la stazione eretta o in seguito a sforzi che si riduce col riposo e presenza di tumefazione in regione crurale. Nella sua variante più frequente (ernia della lacuna linfatica) protrude attraverso il canale crurale per un indebolimento della fascia trasversalis che di norma lo occlude (fascio ileopubico).
I limiti del canale crurale, ad eccezione della vena femorale, sono rigidi e la loro inestensibilità favorisce l’incarceramento e lo strozzamento dell’ernia.
Le ernie esterne son localizzate nella maggior parte dei casi in sede addomino-pelvica (ombelicali, della linea alba, di Spigelio, incisionali, inguino-crurali), con possibilità con l’ecografia tramite l’utilizzo di un sonda ad alta frequenza (5-12 MHz) di riconoscere e misurare il difetto dal quale protudono, detto porta erniaria.
Se il contenuto del sacco erniario è adiposo l’immagine ecografica risulterà ipoecogena; qualora vi fosse presenza di anse intestinali queste sarebbero evidenziate come anse più o meno dotate di attività peristaltica in relazione ad eventuale strozzamento erniario.
Per le ernie a contenuto vescicale l’immagine sarà anecogena e mostrerà continuità con la vescica dietro la sinfisi pubica.
Il contenuto del sacco erniario può essere parzialmente ridotto in addome con la compressione attuata con la sonda o incrementato tramite manovra di Valsalva, rendendo agevole la diagnosi.
L’ecografia risulta inoltre molto utile per la diagnosi differenziale permettendo di riconoscere altre possibili cause di tumefazione della regione inguino-crurale come lipomi, cisti, tumefazioni linfonodali, pseudoaneurismi, varici della vena safena.
Bibliografia
- Catalano, Farina. Ecografia. Dalle basi metodologiche alle tecniche avanzate. E.L.I Medica.
- Dionigi. Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale. Elvesier
- Lubrano. Ernia inguinale, crurale e ombelicale. Minerva Medica